Mauro
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“Ma l’impero con cui Genova ha compensato i disastri orientali della fine del secolo XV sorge in paese ispanico, a Siviglia, a Lisbona, a Medina del Campo, a Valladolid, ad Anversa, in America. […] Con l’arte dei cambi I Genovesi creeranno il commercio sivigliano in direzione dell’America; s’impadroniranno in seguito di grandi monopoli, quelli del sale e della lana; e, infine, domineranno lo stesso governo di Filippo II alla metà del secolo.
Vittoria di Genova? Sì e no. Questo impero del denaro, le cui maglie, con la creazione delle fiere di Piacenza, si estendono nel 1579 sul complesso del mondo occidentale, come ieri il potere della piazza di Londra; questo impero appartiene alle grandi famiglie patrizie, ai “nobili vecchi”, non alla città, da essi dominata fortemente dopo il 1528, sventurata, e che invero nonostante i nuovi nobili, le passioni popolari e la grande occasione del 1575, non sfuggirà più.
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Mauro
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(Da Fernand Braudel, Civiltà e imperi del Mediterraneo nell'età di Filippo II, nella splendida traduzione di Carlo Pischedda)
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Mauro
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S’io fossi il mago di Natale/ farei spuntare un albero di Natale/ in ogni casa, in ogni appartamento/dalle piastrelle del pavimento,/ ma non l’alberello finto,/ di plastica, dipinto/ che vendono adesso all’upim:/ un vero abete, un pino di montagna,/ con un po’ di vento vero/ impigliato tra i rami,/ che mandi profumo di resina/ in tutte le camere,/ e sui rami i magici frutti:/ regali per tutti.// Poi con la mia bacchetta me ne andrei/ a far magie/ per tutte le vie.//
In via Nazionale/ farei crescere un albero di Natale/ carico di bambole/ d’ogni qualità,/ che chiudono gli occhi/ e chiamano papà,/ camminano da sole,/ ballano il rock an’ roll/ e fanno le capriole.// Chi le vuole, le prende:/ gratis, s’intende.// In piazza San Cosimato/ faccio crescere l’albero/ del cioccolato;/ in via del Tritone/ l’albero del panettone;/ in viale Buozzi/ l’albero dei maritozzi,/ e in largo di Santa Susanna/ quello dei maritozzi con la panna.// Continuiamo la passeggiata?/ La magia è appena cominciata:/ dobbiamo scegliere il posto/ all’albero dei trenini:/ va bene piazza Mazzini?/ Quello degli aeroplani/ lo faccio in via dei Campani.//
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Mauro
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Il Calamaro ha senso perché spruzza inchiostro nero. Forse scrivono impugnando dei piccoli calamaretti e per scrivere li spremono dirigendo lo spruzzo, oltre alla difficoltà devono procurarsi milioni di calamaretti (che è molto faticoso e lungo)
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StefanoHBS
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Mauro
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Nella speranza di esultare per il risultato finale nelle presidenziali USA, sto intanto esultando perché finalmente dei servizi di NPR non perdo praticamente neppure una parola
(edit) dall'alto in basso: santa Maria in castello a Tarquinia, un'originale foto del duomo di Orvieto, il paesino di Vitorchiano, tutto di tufo, un'altra foto originale, il bosco sacro di Bomarzo e la cattedrale di Viterbo
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Mauro
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...arrivato al periodo post-Tiberio, ogni volta che leggo il nome di Caligola mi viene da pensare a quest'altro
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Mauro
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a casa mia c'era sempre Linus (e derivati) e, appena usciva, Asterix, che leggevamo religiosamente piu' e piu' volte. Geppo e co li trovavo in giro, mi sa in parrocchia
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psicocaccola
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Quest'uliveto in una zona isolata tra le province di Brindisi e Lecce è uno dei luoghi più suggestivi in cui mi piace andare d'estate; fino a qualche mese fa tutta la zona appariva sana, ora è quasi un deserto
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Mauro
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in quest'uliveto secolare immenso ho trovato purtroppo le prime tracce di xylella. Questo significa che nel giro di un paio d'anni sarà un cimitero secco. Lo attraverso da una vita, quando vado verso l'Adriatico. Credo che da allora l'uliveto sia cambiato pochissimo, pochi decenni di solito sarebbero irrilevanti per lui, e invece ora mi trovo io a vederlo scomparire.
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Mauro
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questo è l'invaso artificiale del Pappadai (non ho idea del perché si chiami così) in provincia di Taranto. Giusto oggi leggevo che verrà fatto un collaudo entro l'anno, il che metterebbe fine (ma non ci credo molto) a una storia di spreco pubblico enorme, da oltre 250 milioni di euro. Cifra attualizzata, visto che è un'opera concepita molti anni fa (1982, bei tempi) come serbatoio idrico per una vasta zona tra le province di Brindisi, Lecce e Taranto. Peccato che si siano accorti solo dopo che non c'era un accordo con la Basilicata per il rifornimento idrico dell'impianto, che così è ancora fermo nel nulla.
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Mauro
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Intanto è diventato una specie di riserva naturale spontanea, con una grande varietà di insetti (ho scoperto a mie spese che le coccinelle pungono), piante e anche pesci, oltre che un caldo infernale come quello di oggi.
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Mauro
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