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Com'era quella frase? Quando qualcuno si comporta come una bestia, dice "in fondo non sono che un uomo"; quando invece viene trattato come una bestia, dice "in fondo sono anch'io un uomo!".
Guardati dalla bestia uomo. Tra tutte è l'unica che mente a se stessa.
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Il nostro agente ci segnala che dal 30 aprile ad oggi sono state vendute ben tre copie del lodevole volumetto dedicato all'Elia. Sui grassi 297 centesimi ricavati Amazon si è accamurriato un euro e mezzo.
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Apprendiamo che negli anni '70 in America nacque un movimento anti disco-music, e che il dj di una nota radio invitò gli ascoltatori a portare i loro lp di disco in uno stadio per farli esplodere con la dinamite. Esplosione che poi di fatto avvenne.
E ciò, secondo quelli che facevano disco, perché i bianchi poveri provavano risentimento verso i neri che facevano soldi con quella musica, e diventavano uomini di successo, e non perché la disco alla lunga stufasse, o perché ormai a furia di fare dischi disco, di trasmetterli a tutte le ore, e di parlarne ogni momento come di chissà che cosa, avessero rotto il cazzo praticamente a chiunque.
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Dieci anni fa il giardiniere ha subito un furto, gli rubarono due sacchi di castagne e il forbicione per le siepi. C'è da dire che quelle castagne lui le aveva sottratte a noi, in base a certe clausole del contratto che sostiene di avere e non ci ha mai mostrato.
Ma lasciando stare queste meschinerie, il rubalizio delle ghiande lo indignò a tal punto che ancora oggi ne parla, o meglio ne mima, giacché non parla. E coi suoi gesti espressivi ogni volta ci spiega che lui, quando acchiapperà i ladri (perché è sicuro che siano due) li farà mettere uno dietro l'altro, per trucidarli entrambi con un colpo solo, perché con questa gente sarebbe peccato scaricare la doppietta. E questa è l'opinione sua e di tutta la gente del contado, che anzi ucciderebbe fredddamente per molto meno.
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Il fatto è che oggi per far vincere il pd non bisognerebbe togliere il diritto di voto agli analfabeti, ma agli insegnanti.
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La retrocopertina del nostro libretto (https://www.amazon.it/Mac... ), opera di Bencistà, è un prodigio di finezza e signorilità, eppure non vale un cazzo: mentre un coniglio gigione e di plastica viene venduto per 91 milioni di dollari. Naturalmente bisognerebbe vederla alla rovescia: quello non è uno squallido oggetto di plastica da 91 milioni, ma sono 91 milioni vestiti da coniglio: avrebbero potuto assumere qualsiasi altra forma.
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Lo scandalo (piccino, borghesissimo) dei fascisti al salone del libro come al solito nasconde lo scandalo vero, che è il salone in sé. L'espressione più eclatante e volgare della pubblicità e del mercato (rinominato "salone" con la stessa ipocrisia di un salone del mobile) che si spaccia per un momento di libertà e di lotta per i valori. Evidentemente i compagni assolvono il mercato purché almeno tagli fuori i nemici ideologici, che poi è la condizione di tutta la sinistra:
va bene produrre consumare e crepare, ma con un po' d'educazione. Il problema in fondo è di decoro, non di sostanza. Da questo punto di vista i fascisti sono preziosi, perché come i comunisti di una volta servono per giustificare qualsiasi cosa: si può rinunciare a tutte le vere critiche del mercato perché ALMENO tiene fuori i fascisti, ed è anche l'unica cosa che li tiene fuori. Il popolo, infatti, non vede l'ora di acclamarli, e quindi menomale che c'è un mercato dal volto umano: il nostro, in particolare.
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Infatti la questione travalica la fiera e ha fatto irruzione nel recinto del mondo editoriale ma ha senso solo in relazione a quello che succede fuori (la ricerca di spazi e il protagonismo di CP in una serie di azioni coordinate). E ho trovato sopra le righe chi ha enfaticamente definito il salone un campo di battaglia.
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Numerio Negidio
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Regole per non comprare un libro:
1) Quando il nome dell'autore occupa più spazio del titolo.
Evidente segno di pervenutismo, il nome dell'autore è ormai marchio e l'editore va punito. Cercare altra edizione. Se l'autore è vivente, allora è complice: cercare un altro libro.
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Tra i vari segni di vecchiaia, quando compiamo qualche attività materiale (es. passare l'aspirapolvere) la nostra mente vaga e sempre più spesso cade preda di una frase, che si ripete ossessivamente nel chiuso: può essere di tutto, da "la dolorosa e umida Eco" a un brandello di canzone di Rosalba Pippa, la scelta sembra casuale e non c'è modo di fermare la ripetizione, nemmeno scuotendo con violenza la testa.
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Ma solo a noi sembra grave, oltre che grottesco, che un prete, a nome del vaticano, riattacchi la corrente tagliata a un condominio occupato?
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Una battuta di Raul Cremona:
Conoscevo uno, aveva chiamato il figlio Elias e il cane Fermo. "Fermo". E passava tutto il giorno a gridargli "Fermo, vieni qui! Fermo! Vieni qui!".
Alla fine il cane è morto pazzo.
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Da giovane Spallanzani andava in campagna dagli zii. La signora Luisella, zia Luisella, ne approffittava per fargli fare le pratiche agrarie, che lui era dotato con la penna, e lo mandava anche a sfrondare la potatura degli ulivi. E dopo una settimana Spallanzani aveva le nocche tutte rotte, i polsi spezzati. Però la zia lo ricompensava sempre donandogli un sacco di legne.
Si trattava di quegli scarti biforcati, infidi e muffosi, che la zia nella sua tirchieria delirante faceva mettere da parte allo stesso Spallanzani. E gli diceva sempre, la zia, che doveva tenerle ben da conto, quelle legne, perché per accendere il fuoco meglio non ce n'era. Secondo lei c'entrava misteriosamente la forma a y. E Spallanzani, che dove abitava avevano il riscaldamento autonomo, non riusciva mai a schivare il dono, ma si doveva strascinare (i polsi spezzati) il saccone bitorzoluto delle inutili legne fin sopra la corriera, dove le ragalava al primo accattone. Ma attenzione! Perché l'anno dopo la zia aveva rivoluto indietro il sacco. Le legne sì, le legne con tutto il cuore!, aveva sbraitato la donna, ma il sacco quello si comprava! E anche quella volta Spallanzani abbozzò, si procurò un sacco e non ce l'aveva con la zia. Quindi la voce che le abbia sbagliato apposta tutte le pratiche è una calunnia.
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Begli effetti specchio fra Sancho, gnosi e Freud- e sogno profondo appunto un po’ come un gioco di specchi e riflessi con le pagine che si moltiplicano come i numeri - ma Freud rozzo no, o meglio, Freud si volle e continua a volersi prima di tutto idraulico, indagatore e sturatore di pulsioni, e ha fuggito tutta la vita l’eleganza della filosofia e dell’arte proprio perché sapeva di fare inevitabilmente entrambe, e non voleva cedere alle loro lusinghe e promesse. Così sembra Ulisse, lui si pensava Colombo, ma di fatto era un medico che si è trovato a tracciare continenti, a inventarne altrettanti, e nonostante la sua grande ambizione ha provato ad evitare nella scrittura ogni imbellettamento, ogni grazia facile, perché sapeva che li si perdeva, si sarebbe perso - d’altronde leggeva, anche se non lo diceva troppo, Nietzsche, e sapeva che dicendo le sue stesse cose era impazzito
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Fran-testo
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" La fantastica ridicolaggine, l'attenzione per il minimo dettaglio mentre la baracca crolla, sono rimasti patrimonio fondamentale di questo popolo così piacevole" potrebbe andare diretta sul palazzo della civiltà italiana
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milla
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Nella "scuola del balilla" l'ottimo Giovinazzo nota che i bimbi di prima elementare raramente sanno parlare, mentre molto ciarlano, essendo però la ciarla solo "espressione inconsapevole, quasi il disegno spontaneo della lingua". Come non pensare che valeva anche per gli adulti delle adunate oceaniche? E che vale ancora oggi? Quante volte il tizio di fronte ci dà l'impressione che invece di parlare SIA PARLATO da qualche forza orrenda?
Il cumulo di ipocrisie, contraddizioni e sporche menzogne che è diventato il discorso pubblico si esprime attraverso milioni di ciarlanti e nella neolingua c'è già un termine preciso: ocolingo, il parlare come un'oca.
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Il meccanismo per cui gli italiani si scoprono via via tutti allenatori, tutti ingegneri, tutti esperti di terrorismo etc è esattamente lo stesso per cui sono anche tutti comunisti e tutti fascisti a giorni alterni. Non è nemmeno presunzione ma semplice mitomania di massa, tant'è che indossano anche il costume psichico della maschera che interpretano, quando non hanno proprio quello materiale.
